PERCHE' LA SCELTA DEL BLOG e PERCHE' CHIAMARLO COSI' ?
LA PREMESSA
C'era una volta .. no, no, sbagliato, ricominciamo ...
Stiamo
vivendo nella knowledge society - la “società della conoscenza” - un
contesto caratterizzato da tre fattori principali di cambiamento: l’estensione
a livello mondiale degli scambi (la globalizzazione), l’avvento della società
dell’informazione (con l’incremento delle possibilità di ciascun individuo di
accedere alle informazioni e ai saperi, trasformarli, costruirli e diffonderli) e il rapido progresso delle innovazioni
scientifiche e tecniche, da cui conseguono rilevanti e rapide trasformazioni a livello sociale.
Il
bene immateriale della conoscenza è divenuto l’elemento discriminante per il
benessere sociale ed economico, presupposto fondamentale ai fini della
comprensione e del governo della complessità e dell’imprevedibilità dei nostri
giorni … Noi tutti siamo chiamati a cercare, elaborare, acquisire informazioni,
accedere e fare uso di saperi, intesi come un nuovo capitale che determina la maggiore
o minore libertà, autonomia, inlcusione sociale.
Nella
knowledge society, la conoscenza non può più configurarsi come mera
trasmissione di saperi e frutto di elaborazione individuale .. al contrario !!
la pluralità di conoscenze e dei contesti di apprendimento (formali, informali
e non formali) , la contestualizzazione dei processi di apprendimento – che pone
l’accento sulla soggettività e intersoggettività dell’esperienza delle
conoscenze stesse e sul loro “essere
agite” in un contesto individuato da luoghi, spazi e relazioni sociali – la conoscenza
intesa come processo “in progress” in una società “pedagocizzata” che nel suo
essere luogo di relazione/comunicazione fra soggetti e ambiente, diviene
terreno di conoscenza, frutto di un sapere condiviso e di una elaborazione
collettiva … tutti questi divengono elementi fondamentali per affrontare le
sfide dei nostri tempi.
Per essere protagonisti occorre dimostrare innovatività, flessibilità, disposizione al cambiamento e alla reinterpretazione di noi stessi attraverso disposizioni alla proattività e all’autopoiesi .. è necessario esprimere (oltre i confini disciplinari) attitudini, saperi, saper fare, saper essere, saperi taciti (come li ha definiti Polanyi), capacità di problem solving, capacità contestuali… e poi essere in grado di sviluppare, gestire e organizzare tali fattori in modo strategico … in sintesi essere competenti nelle svariate situazioni e ambiti.
Per essere protagonisti occorre dimostrare innovatività, flessibilità, disposizione al cambiamento e alla reinterpretazione di noi stessi attraverso disposizioni alla proattività e all’autopoiesi .. è necessario esprimere (oltre i confini disciplinari) attitudini, saperi, saper fare, saper essere, saperi taciti (come li ha definiti Polanyi), capacità di problem solving, capacità contestuali… e poi essere in grado di sviluppare, gestire e organizzare tali fattori in modo strategico … in sintesi essere competenti nelle svariate situazioni e ambiti.
Un rapido
excursus sulle principali teorie e modelli pedagogici che hanno interpretato la
Conoscenza può contribuire a visualizzare “con un colpo
d’occhio” l’evoluzione nel modo di
concepire questo costrutto e l’apprendimento, e intuire le ripercussioni sulle modalità
e gli strumenti della comunicazione (educativa/formativa) nei differenti
contesti …
Ma la knowledge
society non sarebbe tale se non avessimo assistito al grande sviluppo delle tecnologie della comunicazione e
dell’informazione (TIC), che prosegue senza sosta, stupendoci con innovazioni
sempre più utili, divertenti e stimolanti dal punto di vista cognitivo, riferendoci
con quest’ultimo termine ai processi intellettivi, alla dimensione
motivazionale nonché affettivo-emotiva interdipendenti strutturalmente fra loro
(Bruner).
Non sono
certo una novità le tecnologie dell’intelletto per la comunicazione (rif.
“Tags: media e conoscenza”, Cecchinato,
2009) … dall’articolato linguaggio orale dell’Homo sapiens, attraverso le prime
simbolizzazioni grafiche del pensiero (pittogrammi), all’alfabeto e alla
scrittura, e poi la stampa da Gutemberg in poi … l’invenzione dei mass-media dell’area
audio-visiva (fotografia, cinematografia) e delle telecomunicazioni (telegrafo,
telefono, radio) … e poi la
Televisione … tutti questi artefatti
hanno forgiato in profondità il pensiero dell’umanità, modellato le nostre strutture mentali (Kerckhove), cambiato il nostro modo di
pensare e rappresentare la realtà, e
sono stati a loro volta condizionati dall’uso sociale che di essi è stato
fatto.
E poi è arrivata
l’era dei computer, della digitalizzazione, della miniaturizzazione elettronica, della rete Internet con il Web 1.0 e
2.0, della multimedialità ,
dell’ipertestualità attraverso il linking,
della ipermedialità…
Ecco perché
oggi si parla di un ulteriore paradigma epistemologico: il connessionismo
Le nuove TIC
hanno rivoluzionato rapidamente la conoscenza: l’ipertesto collega pensieri, idee, nodi di
significato, secondo un modello reticolare
(non più lineare); i contenuti vengono continuamente aggiornati (non
più un sapere fisso, rigido), si ramificano (anziché essere strutture chiuse);
nella dimensione multi-ipermediale si
integrano una pluralità di codici linguistici, elementi grafici, funzionalità,
risorse diverse; sono possibili l’interattività, le
associazioni della mente, l’estroflessione dell’associazione di idee, il pensiero
multiprospettico, intuitivo, proiettato
verso il futuro; si trasformano stili, linguaggi e strategie interpretative e
partecipative; si sviluppano capacità di multitasking cognitivo; il sapere
viene costruito, interpretato, criticato, discusso, trasformato grazie alla flessibilità e
fluidità offerte dalle TIC; le conoscenze vengono condivise e validate
attraverso le interconnessioni; il consumatore diventa prosumer perché è in
grado di generare contenuti (user generated content); si passa da una
comunicazione secondo il modello “da uno
a molti” (up-bottom - unidirezionale) al modello uno-a-uno oppure molti-a-molti
(tipico dei social media), terreno di una vera e propria rete cognitiva.
Per le nuove
generazioni “native digitali”, ma anche e necessariamente per i cosiddetti “immigrati
digitali” un po’ più attempati (!), è
facile zigzagare fra termini quali: Wiki
e Wikipedia, blog, risorse “open source”,
social bookmarking, folksonomy, slideshare, tag, feed, social network,
“creative commons”, hackability, mash-up,
forum, chat, flickr, youtube, facebook, myspace, twitter, google+, linkedin,
wordpress, foursquare, CMS (Content Management System), PLE-Personal Learning
Environment (per l’integrazione dell’apprendimento formale e informale), ecc., ; e ancora
dispositivi mobili quali smart phone,
tablet pc, schermi multi-touch, APP … l’elenco delle TIC è davvero esteso e si arricchisce di giorno
in giorno di nuovi media, e di vecchi media che vivono nei nuovi perché “le nuove tecnologie creano nuovi ambienti per
le vecchie tecnologie”(McLuhan) .
Ne risulta
una conoscenza che è sempre più distribuita tra attori, situazioni, contesti,
problematiche, linguaggi, strumenti, artefatti culturali; e un ambiente tecnologico, in cui si fondono
comunicazione pubblica e privata, le
barriere spazio-temporali si annullano, la dimensione personale e professionale
si confondono, così come si intersecano le opportunità di apprendimento agite
nei diversi contesti – formali, non formali o informali.
PERCHE’ “EDU-COMUNICAZIONE
2.O”
Poteva l’educazione restare indifferente a
tali processi innovativi, a queste nuove risorse, a queste innovative modalità
comunicativo-relazionali, proprio ai nostri giorni in cui l’imperativo categorico per tutti noi è il “lifelong e lifewide learning”? Evidentemente no!!!
Tanto più
che la Comunicazione, di per sé, è il cuore del processo educativo, proprio
perché permette di produrre, fissare, circolare i significati nello spazio del
contesto sociale contestualizzato, che può essere quello formale di un istituto
di istruzione-formazione, l’ambito lavorativo, ma anche una casa-famiglia,
un’associazione, un club ...
La
comunicazione educativa è sempre mediatizzata; i media costituiscono uno dei
fattori dell’attività, della struttura del processo di apprendimento.
Ma dalla
digitalizzazione in poi, la relazione con i media si è configurata non più
soltanto come uso strumentale-istruzionale degli stessi (educazione con i
media), ma piuttosto come educazione “attraverso i media” (Galliani), costrutto che
ingloba allo stesso tempo conoscenza critica dei linguaggi mediali
contestualizzati socialmente, uso dei media tecnologici, forma
espressivo-artistica originale di comunicazione tecnologica e sociale.
Le nuove
TIC hanno dato una spinta innovativa
alla comunicazione educativa, non solo
per la varietà di linguaggi espressi a disposizione, ma anche per la loro
caratteristica di bi-direzionalità, promuovendo
da parte del soggetto maggiore autonomia, responsabilità, motivazione,
proattività, e favorendo l’assonanza cognitiva in una concezione più olistica
del dialogo educativo, che non mira alla sola dimensione disciplinare, ma
piuttosto ad una
personalizzazione-centratura sul soggetto e a una interazione osmotica fra
soggetti e contesti diversi, in un continuo scambio reciproco ricorsivo, che
non è più solo fra gli interlocutori predefiniti della comunicazione educativa,
ma fra tutti i soggetti delle reti sociali virtuali rese possibili attraverso il
Web 2.0.
Naturalmente,
affinché si possa parlare di “Comunicazione educativa 2.0” occorre coniugare i
media tecnologici e le reti sociali virtuali con una intenzionalità pedagogica,
in modo tale che la dimensione educativa
delle tecnologie – a prescindere dal contesto in cui si esplica - sia
potenziata e mirata, contestualizzata e significativa, attivando nei soggetti
la riflessività sul proprio e l’altrui agire.
PERCHE’ FRA I VARI AMBIENTI 2.0, LA SCELTA DEL BLOG QUALE STRUMENTO DI
COMUNICAZIONE?
Siamo 5 “immigrati digitali” impegnati nell’avventura
di un percorso di studi sulle “Teorie e metodologie dell’E-learning e della media-education” … questo Blog è un po’ la nostra “palestra” …
vogliamo verificare e dimostrare che un ambiente come questo rappresenta una valida
e flessibile opportunità dialogica, improntata alla narratività, per argomentare, in questo caso, sul tema della
Edu-comunicazione 2.0 servendoci giustappunto di una risorsa multi-ipermediale che
permette a noi gestori del Blog, lavoratori-studenti residenti in provincie distanti, di coniugare
teoria e pratica educativa in rete per noi e per gli altri, condividendo con
altri Blogger o chiunque fosse interessato a questo argomento, punti di vista,
spunti, interessi, suggerimenti, materiale bibliografico, video, foto,
digitalstorytelling … insomma tutti i media educativi che la “grande ragnatela”
ingloba, in modo tale che la comunicazione educativa si espanda e che il
messaggio viaggi ...
Stiamo
approfondendo l’utilizzo del Blog cammin facendo … abbiamo iniziato con il
dar vita alla nostra “creatura”; abbiamo inserito una Mappa concettuale per
stimolare fra di noi il processo di brainstorming sul tema-guida e avvalendoci per la stessa di uno strumento condiviso (Google-document) e di motori di ricerca delle informazioni e strumenti di indagine offerti dal Web (agendo la "information literacy");
abbiamo inserito video, informazioni, link attraverso i Post e le aree di cui
si compone il Blog ("digital literacy"), diffondendo il nostro punto di vista personale … e
confidiamo che altri vorranno arricchire la discussione con i loro commenti, informazioni,
esplorando così la portata informativa ed edo-comunicativa di questo ambiente, nonché la
sua versatilità.
Infatti, uno
degli aspetti positivi del Blog è anche che, data la sua facilità e velocità di
uso, è utilizzato da tante persone, che sono al contempo produttori e lettori di blog, fino alla
creazione di ampie comunità interrelate.
Il link ad
un interessante articolo “Blog e didattica”
(di Banzato Monica)
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